• Mar 11, 2024
  • 1 minute

Segnaliamo un approfondito e interessante post di Fortress Europe.

TUNISI – Sindacalisti arrestati e torturati. Manifestanti uccisi dalla polizia. Giornalisti in carcere. E una potente macchina di censura per evitare il dilagare della protesta. Non è una lezione di storia sul fascismo, ma la cronaca degli ultimi dieci mesi in Tunisia. Una cronaca che non lascia dubbi sulla natura del regime di Zine El Abidine Ben Ali – alla guida del paese dal 1987 – e che svela il lato nascosto di un paese visitato ogni anno da milioni di turisti e ogni anno abbandonato da migliaia di emigranti. Per scriverla ho dovuto raggiungere clandestinamente la città di Redeyef, cuore della rivolta, nel sud ovest del Paese, e incontrare i testimoni chiave di quello che i circoli democratici di Tunisi già definiscono come il movimento sociale più importante e duraturo degli ultimi 20 anni in Tunisia. Quando la polizia mi ha scoperto, era già troppo tardi. Da quel giorno sono stato sorvegliato da agenti in borghese, giorno e notte. Il mio telefono è finito sotto intercettazione. Sono stato intimidito. Ma all’aeroporto di Tunisi, perquisendo i miei bagagli non hanno trovato quello che cercavano. Le interviste erano arrivate in Italia prima di me, grazie a un rodato sistema di posta clandestina e a una buona connessione internet.

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Segnaliamo un articolo da AGI Mondo ONG:

“Il tracollo ha improvvisamente reso instabile tutto il mondo. Ora dovremmo fare in modo che crisi di questo genere non accadano piu'”. Muhammad Yunus, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2006 per il lancio del microcredito, analizza la crisi dei mercati e invita a mettere fine alla corsa ai profitti. “Nel sistema finanziario – spiega – ci sono enormi buchi e devono essere tappati. E’ evidente che il mercato non e’ in grado di risolvere i problemi da solo: deve rivolgersi ai governi per un’assistenza di emergenza.

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  • 11 Marzo 2024
  • 1 minute

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