Segnaliamo il numero di luglio della rivista Una città, dedicato ad Alexander Langer nell’anniversario della sua morte.
In passato ho forse imparato di più dai libri. Nei tempi più recenti mi sembra di imparare di più dagli incontri (ma forse era così anche prima e il ricordo mi inganna).Tra le maggiori fortune che mi sono state date in sorte, considero i rapporti con le tante e diverse persone che ho potuto incontrare e conoscere. In gran parte si tratta di incontri che non mi sono stati regalati in virtù di qualche posizione o ruolo (essere figlio di… frequentare la casa di… ricoprire la carica di…) ma conquistati e costruiti, per così dire, in proprio. Cosí mi è concesso, fino ad oggi, di conoscere persone di indole, posizione e cultura assai differente, e di stabilire scambi e amicizie su tanti piani e in tante direzioni. E se può essere emozionante conoscere da vicino Kreisky o Pertini o Gheddafi o Ingrao o Sofri o Illich, non è certo meno gratificante e fonte di arricchimento interiore coltivare amicizie e scambiarsi idee e affetto con chi non scriverà mai sui giornali né vi troverà mai stampato il suo nome.Posso dire che rifuggendo drasticamente dai salotti e dalle persone che mi cercano in funzione di qualche mio ruolo, vivo come una delle mie maggiori ricchezze gli incontri -già familiari o nuovi che siano- che la vita mi dona.Vorrei continuare ad apprezzare gli altri ed esserne apprezzato senza secondi fini. Forse anche per questo converrà tenersi lontani da ogni esercizio di potere.
(da “Minima personalia” scritto nel 1986 per la rivista Belfagor)
viaUna Citta, mensile di interviste. In memoria. ALEXANDER LANGER.