• Mar 11, 2024
  • 1 minute


Risiedo in Tanzania da 15 mesi: troppo poco per esprimere giudizi e fare bilanci.
Pertanto le mie considerazioni sono impressioni. Quanto scrivo oggi, domani potrebbe essere diverso, senza escludere che possa aver preso qualche grosso granchio…
 
Sono ritornato in Tanzania dopo 35 anni di assenza. Lasciai il paese nel 1976 e vi ho rimesso piede nel 2011. La mia prima presenza durò dal 1973 al 1976.
Sapevo che il reinserimento in Tanzania sarebbe stato complesso. Così è stato e così è: a cominciare dalla lingua swahili, che si è arricchita di tanti e nuovi vocaboli. Fra questi, changamoto (sfida). Per me tutto è “changamoto” a 360 gradi, perché il tanzaniano pensa, parla e agisce a “modo suo”, in modo… sorprendente.
 
La prima sorpresa sono proprio i tanzaniani, oggi circa 44 milioni, mentre nel 1976 erano 14 milioni. Con loro ho la possibilità di “rinascere”, passando però attraverso “le doglie del parto” dell’incontro-scontro culturale.

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Zhou Shuguang 周曙光, meglio conosciuto con il suo nickname Zuola 左拉, è uno dei più famosi blogger cinesi. Classe 1981, di formazione informatico, attraverso il suo blog e diverse iniziative sulla rete si sforza di sviluppare il confronto sociale e il dibattito pubblico in Cina, molto spesso in chiara antitesi contro la censura del Pcc o in polemica con i principali motori di ricerca e social network cinesi, come Baidu e Douban. Tra le sue inchieste più significative va segnalata la documentazione della resistenza da parte degli abitanti di Chongqing e di altre città cinesi contro le politiche di abbattimento delle abitazioni e di spostamento forzato dei residenti (2007).   Nel 2008, sul suo blog ha cercato di fare un’informazione alternativa sulle rivolte in Tibet e sulle sollevazioni nella provincia del Guizhou; nel primo caso Zuola ha tradotto articoli provenienti dalla stampa internazionale e inaccessibili in lingua cinese, nel secondo ha compiuto un vero e proprio reportage sul posto. Da queste attività è scaturito il suo fermo temporaneo, un episodio che lo ha portato a una maggiore notorietà internazionale, essendo riuscito a documentare le fasi del suo arresto via Twitter.   Nonostante la giovane età, le sue iniziative lo hanno eletto a una delle voci preminenti del dissenso contro il partito: tra i suoi post più recenti si segnala una ricostruzione fittizia sul suo trascorso durante l’anno 2010, dove ha inserito con tono di ironica denuncia decine di riferimenti e link a piccoli o grandi scandali e soprusi, che si sono susseguiti in Cina durante l’anno. Malgrado ciò, Zuola è sempre stato molto attento nel dosare la critica, cercando di evitare l’attacco diretto al potere e di ricorrere a forme di espressione garantite almeno formalmente. Il suo crescente prestigio è rivelato dagli interventi compiuti presso alcune delle principali università cinesi all’interno di seminari sul giornalismo e sulle tecnologie applicate ai nuovi media.   Il suo nickname (traslitterazione della parola Zola) è ispirato dal nome del calciatore italiano Gianfranco Zola e non dal più celebre scrittore naturalista francese. Il blog di Zuola, censurato dal 2005, si appoggia a un server straniero e ancora oggi non è liberamente consultabile in Cina. ——————- Maggio 2012 Zola e Tiger Temple (Laohu miao 老虎庙, alias Zhang Shihe 张世和), blogger di base a Pechino, sono i protagonisti del documentario High tech, low life diretto dal regista Stephen Maing. Nel film i due blogger e reporter raccontano l’uso dei nuovi e vecchi media per documentare le storie trascurate dai media tradizionali.  

  • 11 Marzo 2024
  • 1 minute

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