• Set 11, 2019
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Pubblichiamo il collegamento al Rapporto sullo sviluppo Umano dell’UNDP 2014, intitolato “Sostenere il progresso umano: ridurre le vulnerabilità e costruire resilienza”, presentato ieri al Ministero degli esteri.
2,2 miliardi di persone sono poveri o quasi poveri, avverte il rapporto, e mette i lavoratori informali socialmente esclusi come il principale gruppo vulnerabile.
La dimensione, quantitativa e qualitativa, del lavoro ha un ruolo centrale in questo rapporto che afferma: “La piena occupazione come obiettivo era centrale per le politiche macroeconomiche nel 1950 e  1960. E’ scomparsa dall’agenda globale durante l’era della stabilizzazione che ha seguito gli shock petroliferi del 1973 e del 1979. Ora è il momento di tornare a tale impegno in modo che il progresso possa essere robusto e facilmente sostenuto. La piena occupazione aiuta anche a sostenere la fornitura di servizi sociali. Infatti la piena occupazione è stata importante per sostenere il modello Nordico, che con alti tassi di occupazione ha contribuito a garantire adeguate entrate fiscali per finanziare l’accesso universale ”
Sulla base dell’analisi di numerosi dati disponibili, Il Rapporto chiede l’accesso universale ai servizi sociali di base, e politiche forti per la protezione sociale e la piena occupazione per far avanzare e garantire il progresso dello sviluppo.
Il rapporto sfata il mito che i paesi poveri non possano permettersi fornitura universale di servizi sociali di base e presenta un’analisi comparativa dei paesi di diversi livelli e sistemi di governo che hanno iniziato a implementare o hanno pienamente attuato tali politiche del reddito.
“I paesi Nordici hanno iniziato a mettere in atto misure di previdenza sociale, quando il loro prodotto interno lordo(PIL) pro capite era inferiore India e il Pakistan di oggi”, osserva il rapporto, e dimostra che la protezione sociale è fattibile nelle prime fasi di sviluppo.
Il problema della povertà relativa e delle disuguaglianze si dimostra sempre meno un problema tra nazioni, ma è invece un problema dentro le nazioni. Con preoccupazione nel rapporto si vede che i paesi sviluppati stanno enormemente rallentando la crescita dell’Indice di Sviluppo Umano, e vedono crescere le disuguaglianze di reddito: in Africa, dal 1990 al 2012, 13 paesi hanno visto crescere la disuguaglianza e 19 paesi l’hanno vista diminuire, in America 4 paesi l’hanno vista crescere e 14 paesi diminuire, in Europa, USA, Oceania e Giappone 30 paesi l’hanno vista aumentare e 8 diminuire (pag. 38 del rapporto, tav. 2.3).
Il Rapporto, in inglese, si può scaricare qui: http://hdr.undp.org/en/2014-report

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