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Mar 11, 2024

L’8 maggio scorso un articolo pubblicato sul’Avvenire, a firma Domenico Marino, titolava “Ripresi gli sbarchi – Meta :la Calabria”, con il sottotitolo “I barconi evitano l’isola di Lampedusa”. Cinque giorni dopo Maroni, ex ministro dell’Interno, su La Repubblica, parla di messaggi preoccupanti della Kyenge e aggiunge che “..sarà un caso ma a Lampedusa sono già ripresi gli sbarchi”. Senza alcuno spirito polemico, ma soltanto per una corretta informazione, vorrei ricordare che, in realtà, gli sbarchi, anche nel 2013, non si sono mai interrotti ( 56 dall’inizio dell’anno sino al 21 aprile) e Lampedusa, anche in questi primi mesi, è stato l’approdo per ben 1.868 migranti sul totale di 3.216 sbarcati sulle nostre coste. Libia, Grecia, Egitto e Tunisia sono state le nazioni di partenza della gran parte dei migranti. La Puglia ha registrato, in questi primi mesi, un incremento (485) rispetto allo stesso periodo del 2012 (341), la Calabria un decremento (223) sempre rispetto al 2012. A fine anno si vedrà quale sarà stato il reale andamento. Qui preme soltanto cercare di capire se lo straordinario e onerosissimo impegno che sta sopportando il nostro paese e l’UE (con l’agenzia Frontex) in termini di risorse umane, spese nelle forniture di materiali e mezzi, di assistenza tecnica, di corsi di addestramento ecc..ad alcuni paesi africani, in particolare a Libia e Tunisia, abbia un riscontro reale nel “controllo” della frontiera sud dell’Unione Europea. viaMigrazioni: numeri e spese di un sistema di controllo inutile / Notizie / Home – Unimondo.

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Mar 11, 2024

Le richieste delle associazioni ad ENI:

Nell’ambito delle attività di azionariato critico condotte nei confronti dell’azienda petrolifera italiana ENI, alcune associazioni della società civile sono intervenute lo scorso 10 maggio a Roma all’Assemblea generale degli azionisti portando le rispettive preoccupazioni e raccomandazioni. La direttrice generale di Amnesty International Italia, Carlotta Sami, intervenuta in merito ai casi d’impatto delle attività petrolifere sull’ambiente e i diritti umani della popolazione del delta del fiume Niger, in Nigeria, ha dichiarato di essere “ancora molto preoccupata per la policy dell’azienda italiana”. L’inquinamento causato dalle aziende petrolifere presenti sul territorio nigeriano tra cui Shell, Total e la stessa Eni “ha contaminato il suolo, l’acqua e l’aria del delta del Niger contribuendo alla violazione del diritto alla salute e a un ambiente sano, del diritto a condizioni di vita dignitose, inclusi il diritto al cibo e all’acqua, nonché a quello di guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro” ha fatto presente la Sami. viaENI vs SOCIETÀ CIVILE (inquinamento, corruzione, super stipendi…) / Notizie / Home – Unimondo.

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Mar 11, 2024

In occasione delle celebrazioni dei 50 anni della nascita dell’Unione Africana, il Governo Brasiliano ha annunciato di voler cancellare il debito di 900 milioni di dollari a dodici nazioni del continente.

A comunicarlo ufficialmente è stato Thomas Traumann, portavoce del primo ministro del Brasile, Dilma Rousseff, ad Adis Abeba, la capitale dell’Etiopia. A tale proposito, Truman, ha dichiarato che: La relazione speciale con l’Africa e’ parte della strategia di politica estera del Brasile Il paese latino americano, che, a partire dalla presidenza Lula, ha realizzato uno straordinario piano di riforme sociali ed ecologiche ed ha dimostrato di saper competere in modo vincente sui mercati internazionali, ha palesato nel corso degli anni una forte volontà di rafforzare i suoi rapporti diplomatici ed economici con le nazioni africane. Brasilia è la capitale del Sud America, con il maggior numero di ambasciate africane, 18 per l’esattezza. Negli ultimi dodici anni, tra nazioni africane e Brasile, l’incremento dei vincoli commerciali è passato da 5.000 millones di dollari nel 2000 fino ai 26.500 milioni di dollari nel 2012. La notizia positiva è che tali relazioni politiche e commerciali si sono andate imperniando su un approccio solidale e la rimozione del debito è una misura imprescindibile per dei rinnovati rapporti economici con le nazioni africane. viaIl Brasile cancella il debito a dodici Nazioni Africane e crea una nuova Agenzia di Sviluppo.

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Mar 11, 2024

La neonata tassa sulle transazioni finanziarie non si applica a molti derivati, strumenti principe della speculazione e non frena le operazioni ad alta frequenza che generano instabilità sui mercati Penalizzare l’economia reale e l’accesso al credito, incentivare la speculazione finanziaria. Sembra questo il surreale doppio obiettivo raggiunto dal governo Monti con l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf) all’italiana. L’idea della Ttf è semplice quanto efficace. Un’imposta minima, dell’ordine dello 0,05%, su ogni transazione finanziaria. Gli impatti sono minimi per chi opera con orizzonti di lungo periodo, mentre diventano tanto più rilevanti quanto più gli obiettivi sono di breve termine. Tutto questo sempre che la tassa venga pensata e implementata correttamente, o per lo meno in modo accettabile. Da mesi gli stessi promotori e sostenitori della Ttf, riuniti in Italia nella campagna Zerozerocinque, denunciano i pesanti limiti della proposta introdotta dal governo Monti con l’ultima legge di stabilità. Per fare un esempio la misura italiana non si applica alla stragrande maggioranza dei derivati, gli strumenti principe della speculazione. Ancora, non è efficace per frenare le operazioni ad alta frequenza che generano fortissima instabilità sui mercati. Con una metafora, è come dire che dopo anni di campagne vengono finalmente introdotti dei limiti di velocità sulle strade, ma si scopre che riguardano le biciclette ma non le automobili. viaLa surreale tassa che frena l’economia / capitali / Sezioni / Home – Sbilanciamoci.

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Mar 11, 2024

Nell’arco di 20 anni il numero dei poveri sull’intero pianeta si è quasi dimezzato, passando da 1,9 miliardi di persone a 1,1. Lo sostiene il servizio di copertina dell’ultimo numero dell’ Economistcitando a sua volta dati dell’Onu. Il settimanale si sbilancia addirittura a titolare sulla sua prima pagina «Verso la fine della povertà», arrivando a dire che mai questo obiettivo,nella storia dell’umanità, è stato così a portata di mano. Una tesi sorprendente e che non mancherà di fare discutere. L’inchiesta ricorda innanzitutto che nel 1990 l’Onu e altre organizzazioni internazionali si erano poste una serie di traguardi da conseguire entro il 2015, tra cui dimezzare il numero degli abitanti dei paesi sottosviluppati che vivono al di sotto della soglia di povertà. Quest’ultima era inizialmente fissata simbolicamente a un dollaro al giorno ma strada facendo è stata ritoccata a un 1,25 dollari. viaL’Economist: la povertà ha i giorni contati – Corriere.it.

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Mar 11, 2024

Aung San Suu Kyi, attivista e leader dell’opposizione in Birmania, ha deciso di candidarsi alla presidenza del paese alle prossime elezioni, che si terranno nel 2015. Durante un incontro del World Economic Forum sull’Asia orientale, ai delegati riuniti nella capitale birmana Naypyidaw, Suu Kyi ha parlato del futuro del paese concludendo il suo intervento con la speranza di un «cambiamento della Costituzione». Quando il moderatore le ha esplicitamente chiesto se avesse intenzione di presentarsi alle elezioni, lei ha risposto di sì: «Voglio essere candidata alla presidenza e sono sufficientemente sicura sull’argomento».Suu Kyi ha fatto riferimento alla modifica della Costituzione perché attualmente contiene una norma che impedisce la presidenza a chiunque abbia un marito o dei figli che sono cittadini stranieri. Suu Kyi è vedova di Michael Aris, studioso inglese di cultura tibetana e professore a Oxford. Da lui ha avuto due figli che sono cittadini inglesi: secondo la Costituzione scritta dai militari, quindi, non potrebbe dunque candidarsi alla presidenza. viaAung San Suu Kyi vuole candidarsi alla presidenza della Birmania | Il Post.

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