• Mar 11, 2024
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Pubblichiamo il memorandum della Federazione Lega Democratica Diritti Donne, nostro partner in Marocco

MEMORANDUM RIVENDICATIVO E PROPOSTE IN MERITO AL PROGETTO DI LEGGE QUADRO SULLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE

Introduzione

Il Segretario Nazionale della Lega Democratica dei Diritti delle Donne (LDDF) rileva il progresso registrato nella produzione giuridica per quanto riguarda l’affermazione dell’uguaglianza, la volontà di fermare la discriminazione sessuale, la protezione delle donne dalla violenza, la nuova filosofia del codice di famiglia e le sue innovazioni giuridiche, gli emendamenti del codice del lavoro e del codice di procedura penale, lo scioglimento delle riserve sulla convenzione riguardo la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne.
La LDDF accoglie tutte le misure prese e le dichiarazioni ufficiali esprimendo la volontà politica di opporsi al flagello della violenza contro le donne e di combatterlo (circolare del ministro della giustizia relativa al nucleo di accoglimento e l’annuncio del progetto di legge sulla lotta contro la violenza sulle donne da parte del Segretario di Stato con l’incarico per la Famiglia, l’Infanzia e le Persone Disabili).
La LDDF deve ricordare l’aumento del fenomeno della violenza contro le donne, la sua rilevanza e i suoi effetti devastanti sulle donne, sui bambini specialmente e su tutta la società in generale.
Tutti gli studi effettuati sul tema, specialmente gli studi condotti dalla Lega Democratica dei Diritti delle Donne, il Centro d’Informazione e d’Osservazione delle Donne Marocchine (CIOFEM), la rete dei centri di ascolto, di orientamento giuridico e di sostegno psicologico “LDDF – Assistenza” presente in 12 regioni, mostrano che la violenza contro le donne è il problema principale rilevato dai centri d’ascolto. La violenza coniugale, che è al primo posto, impone l’adozione di leggi ed istituzioni adeguate per lottare contro questo fenomeno.
Tra le prime osservazioni registrate c’è il mancato rispetto da parte del Segretario di Stato (Famiglia, Infanzia, Persone Disabili) degli impegni contenuti nel piano operativo per la realizzazione della Strategia Nazionale della lotta contro la violenza sulle donne.
Si trattava della realizzazione di studi e di ricerche su questo tema per permettere agli operatori di questo ambito di disporre di dati scientifici esatti ed indicatori precisi. Questo permetterebbe agli operatori, prima di tutto allo Stato, di rendersi conto della rilevanza di questo fenomeno con l’obiettivo di adottare misure per difendere le donne, per arginare questo flagello e salvare le sue vittime.
Tuttavia, noi evidenziamo i punti positivi del progetto:
l’accertamento della crescita del fenomeno della violenza
l’accertamento che le leggi precedenti non prevedono una protezione sufficiente per le donne vittime di violenza
l’accertamento della necessità di adattare la nostra legislazione alle convenzioni internazionali ratificate
la considerazione che la protezione delle donne contro le violenze è una condizione di sviluppo della società verso la modernità e la democrazia
il fatto di includere la molestia sessuale
il fatto di includere le forme di violenza economica e sociale
il sottolineare il ruolo dei centri di ascolto

Principali proposte e raccomandazioni

La realizzazione di una legge quadro che superi la prospettiva delle sanzioni repressive per stabilire una concezione chiara e globale delle violenze. Questa legge quadro indica le forme di violenza contro le donne, le divide per categorie, compresa la violenza psicologica, definisce le forme di violenza ed indica le caratteristiche delle categorie sociali più vulnerabili.
La legge propone anche la creazione di tribunali specializzati su questo tema con magistrati abilitati e formati, che rispettino la gerarchia delle sanzioni. Questi tribunali saranno la garanzia di un’omogeneità delle sentenze penali (es. pene contro le violenze) e le sentenze dei tribunali familiari (es. affidamento dei bambini). Al momento, le sentenze sono emesse da magistrati diversi, con la possibilità di contraddizioni tra di esse.
La creazione di un’unità centrale per l’assistenza delle donne vittime di violenze, con servizi 24h/24h, con specialisti in assistenza sociale, psicologica, giuridica, mettendo a disposizione delle vittime una casa accoglienza per la loro protezione.
La creazione e il sostegno da parte dello Stato di centri d’accoglienza per le vittime di violenze e l’attuazione di una politica di comunicazione, di educazione, di sensibilizzazione e prevenzione contro la violenza.
Dare il diritto alle associazioni femminili, costituite almeno 5 anni prima dei fatti, di potersi costituire parte civile al fianco della vittima.
Dare il potere alla polizia giudiziaria di trattenere o deferire l’autore delle violenze per un tempo determinato, nel caso in cui ci sia il pericolo per la sicurezza fisica o psicologica della vittima.
Considerare la prostituzione come una violenza contro le donne che necessita di indagini ed inchieste, così come perseguire legalmente le tratte delle donne e le reti di pedofilia.
Il rifiuto di considerare la prostituzione individuale come una libera scelta e la necessità dell’adozione di una legge che incrimini il cliente.
Allargare la definizione di molestia sessuale, per includere le pubblicità e i programmi televisivi sessisti.
Creare un’autorità amministrativa indipendente incaricata di lottare contro la proiezione di film pornografici.

LINEE COSTITUTIVE DELLA LEGGE QUADRO SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Definizione: La definizione dell’Unione Europea del luglio 1997, che è più precisa e più globale rispetto a quella della Dichiarazione delle Nazioni Unite del ‘93 relativa all’eliminazione della violenza contro le donne.
“La violenza è ogni atto di negligenza, ogni comportamento che causa alla donna un danno psicologico, sessuale o mentale, diretto o indiretto, attraverso l’inganno, la seduzione, la minaccia, la costrizione o ogni altro mezzo, le cui finalità sono terrorizzare, punire, umiliare o rilegare nei ruoli tipici di inferiorità legati al suo sesso, o privare la donna della sua dignità umana, della sua indipendenza sessuale, della sua integrità fisica, mentale o morale, o destabilizzare la sua sicurezza personale, la fiducia in se stessa e nelle sue capacità fisiche ed intellettuali”
Presentazione:
La legge quadro ha per oggetto l’azione contro la violenza di genere che venga esercitata sulle donne dai loro familiari, o da coloro ai quali le donne sono legate da rapporti affettivi o altri rapporti (ogni manifestazione di discriminazione, situazione di disparità, di relazioni di potere degli uomini sulle donne).
La legge deve attuare le misure di protezione totale con lo scopo di prevenire, sanzionare ed eliminare questa violenza ed offrire assistenza alle vittime.
La violenza di genere comprende tutti gli atti di violenza fisica e psicologica, economica e giuridica, e comprende gli attacchi alla libertà sessuale, le minacce, le costrizioni e le privazioni arbitrarie della libertà.
La legge quadro mira a:
rinforzare le misure di sensibilizzazione verso i cittadini, dotando i pubblici poteri di strumenti efficaci negli ambiti educativo, sociale, sanitario e pubblico
riconoscere i diritti delle donne vittime delle violenze di genere, di modo che possano rivendicare i loro diritti davanti alle autorità pubbliche, ed assicurare inoltre un accesso rapido, trasparente ed efficace ai servizi sociali istituiti a tale scopo
stabilire un sistema di servizi sociali di cure, di urgenza, di appoggio e di recupero
garantire i diritti nell’ambito del lavoro, nel settore privato e pubblico
garantire i diritti economici delle donne vittime di violenze di genere, al fine di garantire la loro integrazione sociale
stabilire un sistema di protezione istituzionale nel quale l’Amministrazione Generale dello Stato, attraverso la sua Delegazione contro le violenze sulle donne, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale della violenza sulle donne, dia impulso a politiche pubbliche che consentano di offrire un sostegno alle vittime
rinforzare il diritto penale esistente per assicurare alle donne una protezione totale di fronte alla giustizia
coordinare i ricorsi e gli strumenti dei differenti poteri pubblici per assicurare la prevenzione degli episodi di violenza sulle donne e sanzioni adeguate
promuovere la collaborazione e la partecipazione delle associazioni e organizzazioni della società civile che si occupano di violenza di genere

LINEE DI INTERVENTO

Misure di sensibilizzazione
nel campo educativo, della pubblicità, dei media e della salute pubblica
Diritti delle donne vittime di violenze
diritto all’informazione, all’aiuto sociale e all’assistenza legale gratuita
diritto al lavoro e alle prestazioni della Sicurezza Sociale e un programma specifico di aiuto all’impiego
aiuti sociali ed accesso ai centri di accoglienza
Protezione istituzionale
Realizzazione:
di una delegazione governativa contro le violenze sulle donne
di un Osservatorio Nazionale delle violenze contro le donne
di Forze di sicurezza
di piani di collaborazione tra i diversi ministeri
Protezione penale
Misure per garantire:
la protezione contro la violenza fisica, la violenza psicologica, i maltrattamenti, le minacce, le costrizioni inflitte e le umiliazioni
la realizzazione di programmi specifici per l’amministrazione penitenziaria a favore dei detenuti condannati per la violenza di genere
Protezione giuridica
Un insieme di misure riguardo:
la formazione di giudici specifici nel settore della violenza contro le donne
le norme di procedura civile e penale, le misure giudiziarie di protezione e di sicurezza delle vittime
CASABLANCA, 15 dicembre 2006

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Lo sciopero generale indetto per giovedi’ prossimo dall’Ugtt, il piu’ importante sindacato della Tunisia, si sta trasformando in una prova di forza tra il governo e le forze dell’opposizione laica. Il Paese, che certamente non aveva bisogno di questa contrapposizione frontale tra esecutivo e sindacato, aspetta con il fiato sospeso, ricordando quanto accaduto la scorsa settimana, quando la sede centrale dell’Ugtt – nel cuore di Tunisi – fu presa d’assalto dai miliziani della Lega per la protezione della rivoluzione, dichiaratamente accanto al Governo e, per esso, ad Ennadha, il partito egemone che non intende indietreggiare d’un passo davanti alle richieste della centrale sindacale. Lo sciopero generale, indetto come risposta alla violenza contro i sindacalisti (alcuni dei quali finiti in ospedale dopo essere stati aggrediti), sta diventando, giorno dopo giorno, il segno di come una parte consistente dei tunisini non intende sottostare al sistema di potere avviato da Ennahdha e chiedono che esso venga fermato. Da parte loro, i nadhauisti affermano che quanto sta accadendo non e’ altro che un passo della strategia complessiva che intende indebolire il governo e la ”rivoluzione” di cui esso si considera figlio, per rimettere in pista i vecchi esponenti del regime di Ben Ali, quelli che facevano parte dell’Rcd, il braccio politico della dittatura e che, oggi, tenterebbero di rientrare in gioco della politica aderendo a questo o quel partito dichiaratamebnte di opposizione. L’Ugtt ha comunque voluto che la popolazione, per lo sciopero generale, affronti disagi minimi e per questo l’astensione del lavoro sara’ parziale in alcuni settori strategici, come quelli energetici (gas e luce), della sanita’, dell’alimentare e dell’informazione, che sara’ ridotta al minimo. Ma tutto il resto ”rischia” di restare paralizzato, a partire dai trasporti, settore vitale soprattutto nelle grandi citta’, dove coprono non meno del 60 per cento degli spostamenti nel perimetro urbano. C’e’ chi ha fatto i conti di quanto costera’ lo sciopero generale quantificando la perdite in non meno di 700 milioni di dinari, circa 350 milioni di euro. Troppo, ha commentato qualcuno, per un Paese povero. viaTunisia: sciopero, prove generali d’opposizione al Governo – Politica – ANSAMed.it.

  • 11 Marzo 2024
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Segnaliamo la notizia della morte di Mohamed Fizazi, studente universitario, in seguito alle percosse ricevute dalle forze dell’ordine a Fès. Il padre, un imam, ha chiesto l’intervento del Re e si rifiuta di autorizzare la sepoltura fino a quando non verrà effetuata un’autopsia.

Per approfondire:

L’articolo di maghreb.msn.com:

La cité universitaire de Fès est en deuil. Mohamed Fizazi, un étudiant de 3eme année en philologie anglaise, est décédé samedi, au CHU de Fès, cinq jours après avoir été grièvement blessé pendant des affrontements ayant opposé des étudiants aux forces de l’ordre. Aujourd’hui, son père réclame une intervention royale pour que justice soit rendue à son fils. Le père de Mohamed Fizazi, l’étudiant marocain de Fès, décédé samedi au Centre hospitalier universitaire de Fès, est encore sous le choc. Cet imam, qui officie depuis 40 ans dans une mosquée de la capitale spirituelle du Maroc, veut que la lumière soit faite sur le décès de son fils. Dans un entretien filmé et publié ce lundi 28 janvier par site d’actualité local Fesnews.net, il affirme que ce dernier est mort après avoir été violement tabassé par les forces de l’ordre et réclame, en pleurs, une intervention directe du roi Mohammed VI pour que « justice soit rendue » à son fils. Aussi, le corps du défunt n’aurait toujours pas été enterré. A en croire Lakome.com, le père refuse de signer l’autorisation d’enterrement, avant qu’une autopsie ne soit pratiquée sur le corps de la vicitime, chose qui n’a pas été faite jusqu’à présent. Retour sur les circonstances de sa mort Mohamed Fizazi, 22 ans, aurait, en effet, succombé samedi, dans l’après-midi, à ses blessures contractées lundi dernier, au cours d’une « violente intervention des forces de l’ordre » qui avait pour objectif de mettre fin à un rassemblement d’étudiants de la cité universitaire Fès-Saïs. Des photos de la vicitime inconsciente, capturées au cours de son séjour à l’hôpital universitaire, ont été publiées par le portail Fès News. Selon des sources locales de l’Association marocaine des droits humains (AMDH), citées par l’agence de presse EFE, le rassemblement en question avait pour but de dénoncer « la situation catastrophique de l’université, la pénurie des enseignants », ainsi que « le manque de bourses d’études et de lits dans les chambres de la cité universitaire ». La situation serait actuellement « très tendue » à l’université et la police aurait encerclé le campus concerné, rapporte la même source. Entre temps, plusieurs associations sont mobilisées sur l’affaire. L’Union pour le changement du système éducatif prévoit notamment de lancer une campagne de soutien et solidarité avec le défunt. Une page facebook baptisée « Tous Mohamed Fizazi » vient d’être créée dans ce sens. via
Maroc : Le père d’un étudiant décédé des suites d’une ...

il video

http://youtu.be/lBduwMnEG04

 la pagina facebook (attenzione: immagini di violenza)

https://www.facebook.com/TousMohamedFizazi
  • 11 Marzo 2024
  • 6 minutes

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