• Mar 11, 2024
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Lo sciopero generale indetto per giovedi’ prossimo dall’Ugtt, il piu’ importante sindacato della Tunisia, si sta trasformando in una prova di forza tra il governo e le forze dell’opposizione laica. Il Paese, che certamente non aveva bisogno di questa contrapposizione frontale tra esecutivo e sindacato, aspetta con il fiato sospeso, ricordando quanto accaduto la scorsa settimana, quando la sede centrale dell’Ugtt – nel cuore di Tunisi – fu presa d’assalto dai miliziani della Lega per la protezione della rivoluzione, dichiaratamente accanto al Governo e, per esso, ad Ennadha, il partito egemone che non intende indietreggiare d’un passo davanti alle richieste della centrale sindacale.
Lo sciopero generale, indetto come risposta alla violenza contro i sindacalisti (alcuni dei quali finiti in ospedale dopo essere stati aggrediti), sta diventando, giorno dopo giorno, il segno di come una parte consistente dei tunisini non intende sottostare al sistema di potere avviato da Ennahdha e chiedono che esso venga fermato.
Da parte loro, i nadhauisti affermano che quanto sta accadendo non e’ altro che un passo della strategia complessiva che intende indebolire il governo e la ”rivoluzione” di cui esso si considera figlio, per rimettere in pista i vecchi esponenti del regime di Ben Ali, quelli che facevano parte dell’Rcd, il braccio politico della dittatura e che, oggi, tenterebbero di rientrare in gioco della politica aderendo a questo o quel partito dichiaratamebnte di opposizione.
L’Ugtt ha comunque voluto che la popolazione, per lo sciopero generale, affronti disagi minimi e per questo l’astensione del lavoro sara’ parziale in alcuni settori strategici, come quelli energetici (gas e luce), della sanita’, dell’alimentare e dell’informazione, che sara’ ridotta al minimo. Ma tutto il resto ”rischia” di restare paralizzato, a partire dai trasporti, settore vitale soprattutto nelle grandi citta’, dove coprono non meno del 60 per cento degli spostamenti nel perimetro urbano.
C’e’ chi ha fatto i conti di quanto costera’ lo sciopero generale quantificando la perdite in non meno di 700 milioni di dinari, circa 350 milioni di euro. Troppo, ha commentato qualcuno, per un Paese povero.
viaTunisia: sciopero, prove generali d’opposizione al Governo – Politica – ANSAMed.it.

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Abu Dhabi — HM King Mohammed VI, accompanied by HRH Prince Moulay Rachid, left on Tuesday Abu Dhabi, heading for Kuwait at the end of an official working visit in the United Arab Emirates (UAE). Kuwait is the last leg of the royal tour which took the sovereign to Saudi Arabia, Jordan, Qatar and the UAE. At the Abu Dhabi international airport, HM the King, accompanied by HRH Prince Moulay Rachid, reviewed a detachment of the guard of honor and was greeted by vice-president, Prime minister and Emir of Dubai, HH Sheikh Mohammed Bin Rashid Al-Maktoum, and Crown of prince of Abu Dhabi and Deputy Supreme Commander of armed forces, HH Sheikh Mohammed Bin Zayed Al Nahyan. The Sovereign was also greeted by their highnesses the Sheikhs, several members of the Emirati government and other high-ranking figures. HM the King was also greeted by Morocco’s ambassador in Abu Dhabi Mohamed Ait Ouali, and members of the Moroccan diplomatic mission. During this visit, HM the King met with HH Sheikh Mohammed Bin Rashid Al-Maktoum, in the presence of HH Sheikh Mohammed Bin Zayed Al Nahyan and HRH Prince Moulay Rachid. Emirates’ vice-president offered, on the same occasion, in the name of the Emirati head of State HH Sheikh Khalifa bin Zayed al Nahyane, an official dinner in honor of His Majesty the King. (Allafrika.com) On Monday evening, the two countries’ delegations held a large meeting at the levels of advisors and ministers to examine prospects of bilateral cooperation in the light of the partnership concluded between the GCC and Morocco. HM the King is accompanied, during this visit, by the sovereign’s advisors Omar Azzimane, Zoulikha Nasri, Fouad Ali Al Himma and Yasser Znagui, as well as Foreign Minister Saad El Dine Otmani, Minister of Economy and Finance Nizar Baraka, Minister of Agriculture and Fisheries Aziz Akhannouch, Minister of Equipment and Transport Aziz Rebbah, Minister of Health Houcine El Ouardi, Minister of Energy Fouad Douiri.

  • 11 Marzo 2024
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Autore Guardi Jolanda; Vanzan Anna Prezzo Sconto 15% € 10,20 (Prezzo di copertina € 12,00 Risparmio € 1,80) Dati 2012, 206 p., ill., brossura Editore Ediesse (collana Sessismoerazzismo) L’immagine che l’Occidente ha della cultura musulmana è quella, tra l’altro, di una cultura omofobica e avversa alle sfumature di genere. C’è chi ritiene che l’omosessualità, intesa come rapporto paritario, non sarebbe esistita nel mondo musulmano fino all’incontro con la modernità occidentale; chi predica invece che l’omosessualità sia sempre stata diffusa nelle società musulmane a causa della segregazione tra i sessi, rivelando il proprio insito razzismo perché la riduce al mero atto sessuale e a una forzata necessità. C’è chi considera “tutto ciò che altera l’ordine del mondo” un grave “disordine, fonte di male e, fondamentalmente, anarchia”. Meglio allora la transessualità intesa come cambiamento di sesso che il travestitismo; meglio maschie barbe che il volto sbarbato; meglio imputare l’omosessualità alla “decadente” cultura occidentale, e rinnegare in tal modo la sua matrice autoctona. In realtà, la storia dell’omosessualità nelle società musulmane è complessa e articolata, e presenta sostanziali variazioni nel tempo e nelle realtà socio-geografiche e una vasta gamma di atteggiamenti tra i musulmani stessi. Il presente libro offre una panoramica ampia ed esaustiva, spesso dissacrante e provocatoria, del rapporto omosessualità-islam. Partendo dall’analisi dei testi sacri musulmani (Corano e hadith), il volume affronta l’argomento con un’analisi condotta in prospettiva teorica, storico-sociale e letterario-artistica, con rigore linguistico nell’uso o nella traduzione di termini arabi e persiani. Acquista il libro su IBS

  • 11 Marzo 2024
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