• Mar 11, 2024
  • 1 minute

La CIA nasconderebbe dei centri di detenzione per i terroristi sul territorio europeo. E il PE crede che i governi nazionali che collaborano a queste operazioni dovrebbero rivelarsi. La sottocommissione ai Diritti umani ha organizzato un’audizione pubblica sulle pratiche di detenzione il 12 aprile 2012 concentrandosi sull’equilibrio tra lotta al terrorismo e protezione dei diritti umani.

 

La deputata tedesca dei Verdi Barbara Lochbihler, presidentessa della sottocommissione ai Diritti umani, ha criticato la NATO per non aver assistito all’audizione e non aver risposto in modo costruttivo. “Non capisco proprio per quale ragione non hanno partecipato: infatti i membri della NATO possono essere coinvolti nella violazione dei diritti umani”. La deputata ha fatto l’esempio dei soldati tedeschi in Afghanistan che devono sapere se consegnare dei prigionieri agli Stati Uniti sapendo che corrono il rischio di essere poi torturati.

 

Prigionieri segreti

 

Le critiche maggiori riguardano il silenzio delle detenzioni: la segretezza non permette di sapere se è i prigionieri sono stati torturati o meno.

Gerald Staberock, segretario generale dell’Organizzazione mondiale contro la tortura (OMCT) ha dichiarato: “Dobbiamo fare una distinzione tra le vittime innocenti e i colpevoli, ma l’obbligo di non torturare deve essere applicato a tutti”.

Il deputato lituano di centro-destra Vytautas Landsbergis ha sottolineato che “queste pratiche sono solitamente utilizzate dal presunto controterrorismo senza assicurare il rispetto dei diritti umani”.

Il deputato dei Verdi Hélène Flautre ha spiegato: “Dobbiamo assicurarci che non succede più niente di simile”.

PREVIOUS POST

La povertà e la vulnerabilità abitativa sono cresciute negli ultimi anni nelle diverse forme possibili, dalla mancanza di riparo dei senzatetto al rischio di perdere la casa che ha colpito anche molte famiglie a reddito medio-basso. Nello stesso tempo le politiche abitative tradizionali, universalizzanti e lineari, non appaiono più in grado di affrontare questi fenomeni. Questo volume contiene i materiali di una ricerca affidata dalla Regione Toscana a un gruppo di lavoro dell’Università di Firenze e della Fondazione Giovanni Michelucci. La ricerca esplora il campo delle pratiche di auto-produzione dell’abitazione in Italia e nel mondo, attraverso una selezione critica di esperienze significative, rivelando la creatività architettonica e sociale dispiegata in una grande varietà di azioni collettive. Il libro contiene inoltre la ricostruzione del disagio abitativo in Toscana e l’indicazione di linee alternative di politiche abitative. La parte finale è dedicata alla ricerca-azione sull’occupazione del Luzzi, il sanatorio dismesso collocato sul confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, un caso nel quale si incrociano le contraddizioni e i dilemmi più significativi che ruotano intorno al tema della casa per i nuovi poveri: il problema degli immigrati senza tetto; la difficoltà delle amministrazioni nel gestire problemi di povertà abitativa estrema; il ruolo delle associazioni e delle organizzazioni di mediazione sociale; le difficoltà di una ricerca sociale e urbanistica partecipata. Acquista il libro su IBS
Housing frontline. Inclusione sociale e processi di autocostruzione e autorecupero
Prezzo Sconto 15% € 25,42 Spedizioni gratuite in Italia (Prezzo di copertina € 29,90 Risparmio € 4,48) Prezzi in altre valute
Dati 2012, 220 p.
Editore Firenze University Press (collana Territori)
Normalmente disponibile per la spedizione entro 3 settimane
Aggiungi alla lista dei desideri
nectar Questo prodotto dà diritto a 25 punti Nectar . Per saperne di più
Invia la prima recensione |
Condividi Email Facebook Twitter altri
Descrizione
La povertà e la vulnerabilità abitativa sono cresciute negli ultimi anni nelle diverse forme possibili, dalla mancanza di riparo dei senzatetto al rischio di perdere la casa che ha colpito anche molte famiglie a reddito medio-basso. Nello stesso tempo le politiche abitative tradizionali, universalizzanti e lineari, non appaiono più in grado di affrontare questi fenomeni. Questo volume contiene i materiali di una ricerca affidata dalla Regione Toscana a un gruppo di lavoro dell’Università di Firenze e della Fondazione Giovanni Michelucci. La ricerca esplora il campo delle pratiche di auto-produzione dell’abitazione in Italia e nel mondo, attraverso una selezione critica di esperienze significative, rivelando la creatività architettonica e sociale dispiegata in una grande varietà di azioni collettive. Il libro contiene inoltre la ricostruzione del disagio abitativo in Toscana e l’indicazione di linee alternative di politiche abitative. La parte finale è dedicata alla ricerca-azione sull’occupazione del Luzzi, il sanatorio dismesso collocato sul confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, un caso nel quale si incrociano le contraddizioni e i dilemmi più significativi che ruotano intorno al tema della casa per i nuovi poveri: il problema degli immigrati senza tetto; la difficoltà delle amministrazioni nel gestire problemi di povertà abitativa estrema; il ruolo delle associazioni e delle organizzazioni di mediazione sociale; le difficoltà di una ricerca sociale e urbanistica partecipata.

  • 11 Marzo 2024
  • 1 minute

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *