• Mar 11, 2024
  • 1 minute

Da quando sono state dichiarate ‘libere’ dal narcotraffico, le ‘favelas’ dei quartieri ricchi di Rio de Janeiro hanno registrato un ‘boom’ immobiliare e commerciale: è quanto emerge da uno studio dell’Istituto brasiliano di ricerca sociale che cita a mò di esempio di sviluppo le baraccopoli di ‘Rocinha’ e ‘Vidigal’, vicine a zone benestanti come Leblón, Gávea e São Conrado, dove gli esercizi commerciali hanno aumentato le loro vendite del 26% dopo essere state “pacificate” con le operazioni di polizia cominciate nel 2008.

 

Le quotazioni delle vendite e degli affitti di immobili crescono in percentuale più che nei quartieri residenziali della metropoli, anche grazie all’ubicazione delle baraccopoli, in larga parte situate lungo i fianchi delle colline da cui si gode di magnifici panorami.

 

La riduzione della violenza collegata al narcotraffico ha inoltre contribuito ad aumentare anche il turismo nelle ‘favelas’, dove fervono numerose attività, piccoli negozi e ristoranti e le strade strette affollate si percorrono a bordo di economici ‘moto-taxi’. Molte ospitano anche diversi ostelli che grazie alle basse tariffe attraggono sempre più visitatori.

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La povertà e la vulnerabilità abitativa sono cresciute negli ultimi anni nelle diverse forme possibili, dalla mancanza di riparo dei senzatetto al rischio di perdere la casa che ha colpito anche molte famiglie a reddito medio-basso. Nello stesso tempo le politiche abitative tradizionali, universalizzanti e lineari, non appaiono più in grado di affrontare questi fenomeni. Questo volume contiene i materiali di una ricerca affidata dalla Regione Toscana a un gruppo di lavoro dell’Università di Firenze e della Fondazione Giovanni Michelucci. La ricerca esplora il campo delle pratiche di auto-produzione dell’abitazione in Italia e nel mondo, attraverso una selezione critica di esperienze significative, rivelando la creatività architettonica e sociale dispiegata in una grande varietà di azioni collettive. Il libro contiene inoltre la ricostruzione del disagio abitativo in Toscana e l’indicazione di linee alternative di politiche abitative. La parte finale è dedicata alla ricerca-azione sull’occupazione del Luzzi, il sanatorio dismesso collocato sul confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, un caso nel quale si incrociano le contraddizioni e i dilemmi più significativi che ruotano intorno al tema della casa per i nuovi poveri: il problema degli immigrati senza tetto; la difficoltà delle amministrazioni nel gestire problemi di povertà abitativa estrema; il ruolo delle associazioni e delle organizzazioni di mediazione sociale; le difficoltà di una ricerca sociale e urbanistica partecipata. Acquista il libro su IBS
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Dati 2012, 220 p.
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La povertà e la vulnerabilità abitativa sono cresciute negli ultimi anni nelle diverse forme possibili, dalla mancanza di riparo dei senzatetto al rischio di perdere la casa che ha colpito anche molte famiglie a reddito medio-basso. Nello stesso tempo le politiche abitative tradizionali, universalizzanti e lineari, non appaiono più in grado di affrontare questi fenomeni. Questo volume contiene i materiali di una ricerca affidata dalla Regione Toscana a un gruppo di lavoro dell’Università di Firenze e della Fondazione Giovanni Michelucci. La ricerca esplora il campo delle pratiche di auto-produzione dell’abitazione in Italia e nel mondo, attraverso una selezione critica di esperienze significative, rivelando la creatività architettonica e sociale dispiegata in una grande varietà di azioni collettive. Il libro contiene inoltre la ricostruzione del disagio abitativo in Toscana e l’indicazione di linee alternative di politiche abitative. La parte finale è dedicata alla ricerca-azione sull’occupazione del Luzzi, il sanatorio dismesso collocato sul confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, un caso nel quale si incrociano le contraddizioni e i dilemmi più significativi che ruotano intorno al tema della casa per i nuovi poveri: il problema degli immigrati senza tetto; la difficoltà delle amministrazioni nel gestire problemi di povertà abitativa estrema; il ruolo delle associazioni e delle organizzazioni di mediazione sociale; le difficoltà di una ricerca sociale e urbanistica partecipata.

  • 11 Marzo 2024
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