Apre domani a Genova un nuovo museo: dall’epopea degli italiani in fuga del primo Novecento ai dramma dei migranti del sud del mondo.
Ci sono musei che sono costruiti con sapienza, eleganza, erudizione. Scintillano, ammaliano. E ci lasciano freddi, le bacheche gli oggetti i capolavori non fanno rivivere l’intimo di un uomo, la vita segreta di un cuore. E altri, invece, che si mettono insieme con rabbia, cedendo al grido della Furia che si fa lodevolmente sirena, dove la potenza apparente del Male risalta senza camuffamenti, dove i vinti, gli assassinati hanno per vendicarsi una prima arma: la memoria. Da quei musei, inspiranti come sono al dissidio, al dubbio se ne esce consapevoli, pronti al corpo a corpo con la realtà che sta fuori per afferrarla e battersi, a viso aperto; e trasformarla.