• Mar 11, 2024
  • 1 minute

Come sarebbe il mondo senza il 5% più povero?
Così:

poveri nel mondo, povertà, 5% povero

Da questa mappa sono stati cancellati i paesi che realizzano il 5% più basso del prodotto interno lordo mondiale. Sono circa 2 miliardi e 900 milioni di persone, in gran parte da Africa e Sud Est asiatico. Riuscite a indovinare le nazioni? Se non ce la fate ecco la soluzione…

Zimbabwe, Burundi, DR Congo, Liberia, Guinea-Bissau, Eritrea, Malawi, Ethiopia, Sierra Leone, Niger, Afghanistan, Togo, Guinea, Uganda, Madagascar, the Central African Republic, Nepal, Myanmar (Burma), Rwanda, Mozambique, East Timor, the Gambia, Bangladesh, Tanzania, Burkina Faso, Mali, Lesotho, Ghana, Haiti, Tajikistan, the Comoros, Cambodia, Laos, Benin, Kenya, Chad, the Solomon Islands, Kyrgyzstan, India, Nicaragua, Uzbekistan, Vietnam, Mauritania, Pakistan, Senegal, Sao Tome and Principe, Ivory Coast, Zambia, the Yemen, Cameroon, Djibouti, Papua New Guinea, Kiribati, Nigeria, Guyana, the Sudan, Bolivia, Moldova, Honduras, the Philippines, Sri Lanka, Mongolia, Bhutan, Egypt, Vanuatu, Tonga, Paraguay, Morocco, Syria, Swaziland, Samoa, Guatemala, Georgia, the Congo, Iraq, Armenia, Jordan, Cape Verde, the Maldives, Fiji and Namibia.

Fonte: Strangemaps via Appafrica
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L’International Trade Union Confederation (ITUC), e la Confederazione europea dei sindacati (CES) ha scritto una lettera congiunta al Primo Ministro turco la scorsa settimana per protestare contro le continue molestie, licenziamenti, procedimenti giudiziari arbitrari e arresti di membri e dirigenti della Confederazione dei sindacati dei lavoratori del pubblico impiego (Kesk). Ad oggi 32 persone sono ancora in carcere, senza possibilità di un giusto processo e in violazione delle norme del Consiglio d’Europa.

Il mese prossimo, il 15 agosto, partiranno i negoziati sulle condizioni di lavoro per i lavoratori del settore pubblico in Turchia. Le autorità turche li definiscono “colloqui di consultazione collettiva”, che di per sé è già una violazione della Convenzione 98 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sulla contrattazione collettiva. L’ITUC e la CES considerano questi fatti come una strategia per indebolire la posizione negoziale del sindacato, che costituisce una grave violazione della Convenzione OIL n. 87 sulla libertà di associazione.

ITUC aveva già scritto al governo turco in tre occasioni (29 maggio, 15 giugno e 18 giugno) per protestare contro i numerosi arresti di membri e dirigenti del Kesk e di una delle sue principali affiliate, il sindacato degli insegnanti Egitim-Sen. Il 28 maggio, 35 di loro sono stati arrestati, e 22 sono in carcere ancora oggi. Dieci membri e dirigenti erano già in carcere prima. Non c’è stato alcun tipo di risposta a nessuna di queste lettere.

“Ovviamente è del tutto inaccettabile che il sindacato del settore pubblico in Turchia sia preso di mira in vista delle prossime trattative sulle condizioni di lavoro, per mezzo di detenzioni in contrasto con la legislazione turca e le norme internazionali. I cittadini di un paese democratico non possono essere arbitrariamente detenuti senza giusto processo” ha dichiarato Guy Ryder, segretario generale ITUC.

I diritti dei lavoratori possono essere esercitati solo in un clima libero da violenza, minacce di rappresaglie o di qualsiasi tipo contro i loro dirigenti e soci. Il CES ITUC ha pertanto fermamente invitato il governo turco a garantire il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli arrestati.

L’ITUC rappresenta 170 milioni di lavoratori in 312 organizzazioni nazionali aderenti da 157 paesi.
http://www.youtube.com/ITUCCSI

Per ulteriori informazioni, si prega di contattare il Dipartimento ITUC Stampa: +32 2 224 0204 o +32 476 621 018



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  • 11 Marzo 2024
  • 1 minute
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E’ un progetto promosso e finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali, con il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati e realizzato dal Comune di Ancona.

L’Anolf di Ancona ha collaborato alla realizzazione.
Tramite percorsi di educazione all’arte il progetto si propone l’integrazione culturale e l’inclusione sociale dei giovani migranti presenti ad Ancona.
Il risultato è una “descrizione densa” delle nuove generazioni e un racconto della città vista dai ragazzi che la abitano.

Dove: Mole Vanvitelliana
Quando: dal 17 ottobre al 22 novembre
dal martedì al venerdì, dalle 16 alle 19.30 (mattina su prenotazione)
Sabato e domenica 10-12.30/ 16-19.30
Informazioni e prenotazioni visite presso il Museo della Città
071 2225037 (da martedì a domenica dalla 10 alle 13)
www.comune.ancona.it


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  • 11 Marzo 2024
  • 1 minute

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