• Mar 11, 2024
  • 3 minutes

Una nuova relazione pubblicata dalla ITUC per l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, ha rivelato che il divario retributivo tra uomini e donne in tutto il mondo può essere molto superiore alle cifre ufficiali dei governi. La relazione, “Gender (in)Equality in the Labour Market”, si basa sullo studio della situazione di 300.000 uomini e donne in 20 paesi. La differenza di retribuzione globale arriva fino al 22%, anziché al 16,5%, cifra ufficiale dei governi e calcolata da ITUC l’8 marzo dello scorso anno.

La relazione, inoltre, conferma i risultati precedenti su come l’appartenenza sindacale, e in particolare l’inserimento delle donne nei contratti collettivi di lavoro, porti a redditi molto migliori per le donne e per gli uomini, così come a pagare meglio le donne rispetto ai loro colleghi maschi.

“Questo rapporto conferma chiaramente il vantaggio che gli uomini e le donne hanno dall’appartenenza sindacale, che è tanto più importante nella attuale crisi economica mondiale, quando i posti di lavoro e il tenore di vita per milioni di lavoratori sono in grave pericolo”, ha dichiarato Guy Ryder, segretario generale ITUC.

Altri risultati nella relazione comprendono la conferma che le donne con qualifiche di istruzione superiore hanno effettivamente un divario più grande di reddito rispetto ai maschi con qualifiche simili e che il divario retributivo aumenta con l’età.

“Ci sono una serie di motivi per cui le donne guadagnano ancora tanto meno degli uomini, comprese forme di discriminazione palesi o sottili contro le donne nel mercato del lavoro e nei luoghi di lavoro, il modo in cui i datori di lavoro, specialmente nel settore privato, gestiscono le promozioni retribuite, la mancanza di tutela della maternità per le donne e di congedo parentale a cui entrambi, uomini e donne, possono accedere “, ha detto Sharan Burrow, presidente della ITUC e del Sindacato Centro australiano ACTU.

Un nuovo video speciale ITUC sulla tutela della maternità si prefigge di portare l’attenzione del pubblico sui problemi delle donne lavoratrici di bilanciare l’attività di lavoro a casa e nella comunità.

Impatto della crisi economica sulle donne

La relazione esamina anche l’impatto della recessione economica, l’accesso delle donne al mercato del lavoro e i redditi. Crisi precedenti hanno avuto un effetto particolarmente negativo sulle donne nei paesi in via di sviluppo che lavorano in agricoltura e nelle industrie esportatrici. Eventuali riduzioni di spesa pubblica per la salute, per la protezione sociale e per l’istruzione hanno spesso colpito più duramente le donne. Particolare attenzione deve essere riservata agli impatti di risposte politiche per le donne nel contesto di azioni di governo intraprese per affrontare l’attuale crisi.

“La tendenza globale a sostituire l’occupazione regolare con lavoro a contratto e tramite agenzia ha avuto un effetto particolare sulle donne, e questi posti di lavoro precari sono i primi a scomparire in quanto i datori di lavoro tagliano posti in questa recessione globale. Milioni e milioni di donne che lavorano nel servizio domestico e come lavoratori migranti si trovano ad affrontare la disoccupazione o hanno già perso il posto di lavoro, e famiglie in tutto il mondo sono state colpite duramente”, ha dichiarato Ryder.

Un capitolo speciale nella relazione affronta anche il terribile costo umano ed economico della violenza contro le donne, e l’impatto della violenza contro le donne a casa, nella società e sul lavoro. La relazione cita dati OMS che afferma che in alcuni paesi la maggioranza delle donne subisce aggressioni fisiche e psicologiche di intimidazione, mentre una media globale di circa un terzo delle donne soffre per violenza in alcune fasi della propria vita. Insieme ai danni durevoli fisici e mentali provocati dalla violenza contro le donne, la relazione sottolinea la prova evidente della sua incidenza economica sulla presenza delle donne sul lavoro e sulla situazione economica. Esempi sono forniti del totale dei costi economici della violenza contro le donne, in diversi paesi, che indicano che il costo globale è probabile che sia in decine o persino centinaia di miliardi di dollari.

“I sindacati in tutto il mondo stanno lavorando per fermare la violenza contro le donne, attraverso l’azione di governo, la sensibilizzazione e l’azione anche nei luoghi di lavoro. Noi chiediamo ai governi di lavorare insieme per costruire un quadro completo delle cause e degli effetti, compresa l’analisi degli enormi costi economici, che aggiungono il loro impatto sulle donne e sulla società “, ha detto Burrow.

Per vedere il rapporto completo clicca qui

La presente relazione è prodotta come parte dellla Global Unions ‘Decent Work, Decent Life for Women’ Campaign

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Segnaliamo da MISNA

L’Africa orientale è divenuta la terza area nel mondo di coltivazione dell’ “Artemisia annua”, da cui si estratte una sostanza fondamentale per medicinali contro la malaria, dopo la Cina e il Vietnam da cui questa pianta terapeutica proviene. Almeno 4000 piccoli agricoltori in Kenya traggono sostentamento dalla coltivazione arrivata a 4000 ettari nel 2009, secondo i dati di un’azienda privata che compra la materia prima ed ne estrae la sostanza. Introdotta circa 12 anni fa, in Kenya la coltivazione di Artemisia annua ha raggiunto livelli commerciali consistenti dal 2004 ed è in rapida crescita; similmente è accaduto in Uganda e Tanzania. L’artemisia ha il vantaggio di richiedere poche cure, sia in fertilizzanti che pesticidi, e se ne può produrre circa 2 tonnellate di foglie per ettaro. Il prezzo pagato dalle aziende ai coltivatori è tra 430-460 euro la tonnellata, mentre il prezzo dell’artemisina (la sostanza estratta dalla pianta) sul mercato internazionale ha raggiunto cifre oscillanti negli ultimi anni fino a 1300 euro al chilo. Secondo dati ufficiali, ogni anno in Kenya la malaria uccide tra i 16.000 e 20.000 bambini; il governo spende annualmente 18 milioni di euro per acquistare 17 milioni di dosi di Act (sigla del farmaco a base di artemisina il cui uso è raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità) che sono distribuite gratuitamente attraverso il servizio sanitario pubblico, mentre nelle farmacie private ogni dose costa tra i 4 e 6 euro.


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  • 11 Marzo 2024
  • 3 minutes
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FTUB sindacato birmaniaUn storico Congresso di tre giorni della Federazione dei Sindacati della Birmania (FTUB) si è concluso ieri al confine tra Thailandia e Birmania, con l’adozione della nuova Costituzione, e la rielezione di U Hla Oo come Presidente e Maung Maung come Segretario Generale. La FTUB, che è stata fondata nel 1999, è stata sempre in prima linea nella lotta per la democrazia e i diritti umani. La Costituzione conferma lo status di FTUB come organizzazione sindacale indipendente, democratica, impegnata per i diritti del lavoro, in particolare per le norme dell’Organizzazione internazionale del lavoro, per tutti i lavoratori birmani.

I delegati al Congresso hanno espresso il loro ringraziamento per il movimento sindacale internazionale, per la forte solidarietà dimostrata dai sindacati in tutto il mondo a sostegno dei loro colleghi birmani, e si sono impegnati a rafforzare la cooperazione internazionale.

Una caratteristica fondamentale del Congresso è stata la ri-affermazione del FTUB dell’impegno per la fine dello Stato militare e l’introduzione della democrazia. Il Congresso ha chiesto un boicottaggio delle “elezioni farsa” dei militari nel 2010, e che sono destinate ad aumentare la credibilità del regime senza fargli cedere il potere assoluto che attualmente detiene. Il Congresso ha anche promesso di portare avanti la lotta contro l’uso sistematico del lavoro forzato da parte dei militari, con le prove che il regime ha utilizzato il lavoro forzato in progetti di ricostruzione a seguito del devastante ciclone Nargis del maggio 2008.

FTUB inoltre ha mantenuto la sua richiesta di sanzioni economiche contro la giunta militare, rilevando che il 90% della popolazione della Birmania vive con meno di 1US $ al giorno, e che le uniche persone ad ottenere un reale beneficio dalle relazioni commerciali ed economiche con gli altri paesi sono la piccola minoranza della popolazione che gestisce il regime e i loro più vicini sostenitori.

“FTUB esce da questo Congresso forte, unita e determinata a lavorare per un futuro migliore per i lavoratori birmani e l’intera popolazione del paese. La Federazione ha chiaramente un sostegno molto forte all’interno del paese, nonostante le continue molestie e la brutalità del regime verso tutti coloro sono sospettati di sostegno al sindacalismo reale. ITUC e i suoi partner internazionali continueranno a rafforzare il sostegno alla FTUB nella sua lotta per la democrazia, la giustizia e i diritti dei lavoratori “, ha detto Jaap Wienen, Vice Segretario generale ITUC, che ha rappresentato la Confederazione al Congresso.



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  • 11 Marzo 2024
  • 3 minutes

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