Segnaliamo un utile strumento di approfondimento sui conflitti dimenticati, le situazioni di guerra solitamente trascurate dai grandi sistemi di informazione: www.conflittidimenticati.it
Questo primo decennio del nuovo secolo ha inaugurato il III millennio cristiano riproponendo su vasta scala l’antica quanto tragica logica dei conflitti: non soltanto nella prosecuzione di quelli irrisolti nelle decadi precedenti, ma aprendone di nuovi e inquietanti, dall’Afghanistan all’Iraq.
Sono anni però in cui abbiamo anche visto risorgere una coscienza collettiva, capace di grandi mobilitazioni, nelle piazze come nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle comunità ecclesiali, nelle case…; in alcune occasioni, persino sui balconi, tinteggiando le nostre città coi colori stessi dell’arcobaleno: antico e biblico segno posto da Dio, impegno perenne di pace fra il cielo e la terra, fra tutti i suoi figli.
Ben sappiamo però come le preoccupazioni e la fatica quotidiana minaccino costantemente di sopraffare anche gli slanci più sinceri e generosi, soprattutto nei contesti dominati dalla logica del “mordi e fuggi”, in cui nel volgere di pochi istanti anche le emozioni più forti finiscono inesorabilmente per essere travolte dall’assuefazione e da un senso di arrendevole impotenza.
Di più, siamo consapevoli di come in un mondo dominato dai media soltanto le notizie che ricevono adeguata accoglienza (“copertura”, direbbero gli addetti ai lavori) dagli organi divulgativi assurgono alla dignità dell’esistenza, condannando immani tragedie a non lasciare traccia, semplicemente perché ignorate.
Se poi allarghiamo, con attenzione, lo sguardo, scopriamo come nel mondo esiste una zona “grigia”, costituita dai cosiddetti “conflitti a bassa intensità”, dove alle grandi ostilità si sostituiscono una serie di vessazioni continue, di sistematiche violazioni dei diritti umani, di imperiture violenze strutturali, tale per cui la dignità umana e la sicurezza delle persone risultano offese quanto nel corso delle guerre ufficialmente riconosciute.
Queste intollerabili situazioni, come anche lo splendido anelito di pace che ovunque serpeggia e il crescente coinvolgimento di tante comunità ecclesiali, che non si arrendono all’inevitabilità della guerra, né accettano di ritenere che esistano guerre di “serie A” e guerre di “serie B”, ci hanno spinto ad elaborare questo progetto per un Osservatorio Permanente sui Conflitti dimenticati.
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Cara Rai…
il 10 dicembre 2008
a Roma, davanti alla sede RAI di viale Mazzini
ore 11.00
io ci sarò!
Cara Rai, i diritti umani hanno bisogno di te. Voglio dire che hanno bisogno di una televisione e di un’informazione libera, sincera e plurale, attenta ai bisogni vitali delle persone e dei popoli: il cibo, l’acqua, la scuola, la salute, un lavoro dignitoso, la libertà, la giustizia, la pace. Senza di te i diritti umani sono violati e i responsabili restano impuniti. Centinaia di milioni di persone, in Italia e nel mondo, sono senza voce: hanno disperato bisogno della tua attenzione. Tu puoi contribuire a salvargli la vita, a liberarli dalle catene che li opprimono, a suggerirgli la via di uscita per una condizione migliore.
Cara Rai, l’Italia e gli italiani hanno bisogno di te. Per uscire dalla grave crisi sociale, economica, culturale ed etica che stiamo vivendo, per costruire un’Italia migliore in un mondo migliore, serve un forte investimento culturale per promuovere una nuova scala di valori, per rafforzare i valori della nonviolenza, del rispetto degli altri, della democrazia, della legalità, della solidarietà, della giustizia sociale, dell’equità, della partecipazione. Serve far crescere ogni giorno conoscenza e memoria. Serve dare valore alle cose e ai comportamenti che contano.
Cara Rai, tu sei un servizio pubblico, come la scuola e la sanità. Sei un bene pubblico indispensabile per la nostra libertà, la nostra democrazia e per il nostro benessere. Per questo ti vogliamo cambiare, difendere e rafforzare. Per questo ti vogliamo liberare dal controllo e dai condizionamenti del governo, dei partiti e dei poteri forti.
Per questo, nel 60° anniversario della Dichiarazione Universale del Diritti Umani, mercoledì 10 dicembre 2008 veniamo da te, a Roma in viale Mazzini. Ti chiediamo di dare voce a chi non ha mai voce. Ti chiediamo di illuminare la vita delle persone e di difendere i loro fondamentali diritti, qualunque sia il colore della loro pelle. Ti chiediamo di farlo tutti i giorni. Non ti chiediamo molto. Ti chiediamo solo di fare il tuo dovere di servizio pubblico.
Per adesioni e informazioni:
Tavola della Pacevia della viola 1 (06122) Perugia – Tel. 075/5736890 – fax 075/5739337
email segreteria@perlapace.it –
www.tavoladellapace.it
Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umanivia della Viola 1 (06122) Perugia tel. 075/5722479 – fax 075/5721234
email info@entilocalipace.it –
www.entilocalipace.it
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Segnaliamo da MISNA:
“E’ ora che l’Africa si appropri delle sue manifestazioni”: con questa frase, allo stesso tempo amara e carica di speranza, il direttore del Festival panafricano del cinema e della televisione di Ouagadougou (Fespaco) ha motivato la decisione di presentare l’edizione 2009 a Dakar e non, come tradizione, a Parigi. Durante i novi giorni della manifestazione, tra il 27 febbraio e il 7 marzo, saranno proiettate 129 opere tra film, documentari, fiction e serie televisive. La scelta di presentare la più importante rassegna del cinema africano a Dakar si spiega con il desiderio di rendere omaggio a Sembene Ousmane (1923-2007), scrittore e cineasta senegalese che contribuì alla creazione e alla promozione del Fespaco. L’edizione di quest’anno, la ventunesima, è intitolata ‘Cinema africano: turismo e patrimoni culturali’ e ha come padrino l’ingegnere spaziale di origine maliana Cheikh Modibo Diarra. “Il Festival – ha detto il direttore Michel Ouedraogo nel corso della presentazione – deve far capire agli africani di non cercare altrove ciò che hanno già”.
Per saperne di più: http://www.fespaco.bf