• Mar 11, 2024
  • 2 minutes

Riportiamo dall’agenzia missionaria Misna:

“Chiediamo al Consiglio di prendere, con urgenza, tutte le misure necessarie per evitare un nuovo conflitto, in una regione da lungo tempo devastata da violenza, spargimento di sangue e distruzione”: è un passaggio della lettera firmata dal ministro degli Esteri di Gibuti, Mahmoud Ali Youssouf, e consegnata oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Nella missiva si chiede un intervento dell’Onu nella crisi frontaliera in corso da due settimane con l’Eritrea, accusata di aver sconfinato e costruito postazioni militari difensive. Dopo aver denunciato “una vasta concentrazione di truppe eritree lungo il confine a partire da febbraio” e gli inutili tentativi del governo di Gibuti di risolvere la questione per vie diplomatiche, il ministro degli Esteri ha aggiunto che “nonostante i nostri sforzi, non siamo riusciti a ottenere una risposta credibile” da Asmara. Il ministro ha poi confermato le parole del presidente, mettendo in guardia il Consiglio di sicurezza sul “reale pericolo di un confronto armato con l’Eritrea” dopo aver evidenziato che “le forze armate dei due paesi sono dispiegate, in stato di massima allerta, da entrambi i lati del confine”. Youssouf, che condanna il comportamento “intimidatorio” dell’Eritrea, denuncia la “provocazione contro la sovranità territoriale” di Gibuti da parte di Asmara, che, secondo il ministro, avrebbe mire sulla regione strategica di Ras Doumeira. Asmara ha smentito di avere
problemi territoriali con Gibuti e ha definito un “malinteso” lo sconfinamento in un’area definita “terra di nessuno” alla frontiera tra i due paesi.
“Non ci sono problemi con Gibuti, non ce ne sono mai stati” ha sostenuto Grirma Asmerom, ambasciatore eritreo presso l’Unione europea, in reazione alle accuse di Gibuti, secondo cui l’esercito eritreo avrebbe sconfinato e costruito postazioni militari difensive all’altezza di Ras Doumeira. Tre giorni fa il ministro degli Esteri di Gibuti aveva interpellato sulla questione il Consiglio di sicurezza dell’Onu, dopo averlo fatto con l’Unione africana (UA) e la Lega Araba. Oggi in alcune interviste alla stampa internazionale il presidente di Gibuti, Ismael Omar Guelleh, ha ribadito che l’esercito eritreo ha violato l’integrità territoriale del proprio paese e che “i due eserciti si trovano l’uno di fronte all’altro” in un clima “non amichevole”, pur ammettendo che finora non c’è stato da parte dei militari eritrei alcun atteggiamento bellicoso. Secondo Guelleh, Asmara è al corrente dei lavori in corso al confine ma il presidente Asayas Afeworki non sembrerebbe capire che i suoi militari si trovano in territorio straniero. Doumeira è un piccolo villaggio di confine abitato da gente di etnia afar.

Sull’argomento è possibile leggere anche questi articoli da Reuters (in inglese): uno, due, tre.

ISCOS Marche è presente in Eritrea con alcuni progetti di sostegno alimentare e sindacale.

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I sindacalisti che volevano partecipare alla manifestazione del Primo Maggio a Istanbul il 1 maggio 2008 sono stati violentemente attaccati dai gruppi anti sommossa della polizia turca. Ufficialmente, 530 dimostranti sono stati arrestati e 38 persone ferite, ma ITUC, che condanna fortemente l’uso di violenza eccessiva, crede che i numeri siano più alti.
Le autorità hanno vietato la manifestazione non appena la Confederation of Progressive Trade Unions of Turkey (DISK, affiliata di ITUC), la Confederation of Turkish Trade Unions (TÜRK-IS), e la Confederation of Public Employees’ Trade Unions (KESK) hanno dichiarato che si sarebbe tenuta nella piazza Taksim, tristemente nota per gli eventi del 1977, quando persone armate non identificate aprirono il fuoco contro i lavoratori, uccidendone 37.
La polizia ha dichiarato che avrebbe usato “violenza proporzionale” se i sindacati avessero tenuto la manifestazione, e in effetti la polizia ha agito violentemente. La polizia di Istanbul, rinforzata da squadre di altre città, ha attaccato le persone che si stavano riunendo di fronte alla sede del DISK con lacrimogeni, colpendo e ferendone altre, e arrestando i capi di DISK e KESK dopo averli malmenati.
“Ogni tipo di violenza è totalmente inaccettabile, proporzionale o no”, ha dichiarato Guy Ryder, segretario generale di ITUC, “La quantità di forza e violenza usata dalla polizia anti sommossa per contrastare la manifestazione è completamente non proporzionata e inammissibile. Ogni lavoratore nel mondo ha il diritto di dimostrare il Primo Maggio.”
In una lettera spedita alle autorità, ITUC ha fatto appello al Primo Ministro Tayyip Erdogan per assicurare che la Turchia aderisca ai principi della Libertà di Associazione e dei diritti sindacali di base come esposto nelle convenzioni fondamentali OIL, delle quali la Turchia è firmataria.

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes
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Si è aperto ieri a Katibougou, in Mali il VII Forum dei Popoli che riunirà diverse centinaia di rappresentanti della società civile africana e internazionale.
Il summit fa da controvertice al G8, iniziato ieri.
“Qui a Katibougou ci possiamo riunire liberamente all’aria aperta; quelli del G8 sono chiusi con migliaia di guardie del corpo… è perché non sono in pace con le loro coscienze”, dice Barry Aminata Touré che, a capo della ‘Coalizione per l’Alternativa al debito e per lo sviluppo’ (Cad-Mali), presiede anche il comitato organizzatore del controvertice. “La giustizia sociale è un passaggio obbligato e inevitabile per assicurare una presa di coscienza duratura e definitiva delle problematiche dello sviluppo nel mondo. Daremo spazio ai contadini africani, alle donne, ai giovani. Non lasceremo il nostro destino nelle mani dei paesi ricchi” ed aggiunge: “I governi dei G8, paesi fortemente industrializzati, sono i primi responsabili della crisi alimentare e dei mutamenti climatici da surriscaldamento del pianeta”. Tra i principali argomenti in agenda a Katibougou, l’annullamento del debito estero, l’istruzione, lo sviluppo agricolo e l’industrializzazione in Africa, i conflitti per la terra e l’acqua, la cooperazione allo sviluppo, i diritti sociali, economici e culturali, i leader africani e i loro popoli.

fonti: Misna, NDTV , New Vision,
foto Breitbart

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes

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